sabato 2 ottobre 2010

"Regina" prefazione di Mirella Delfini

Piero Angela, Mirella Delfini, Giancarlo Mancori


“Leggere questo libro è chiedersi stupiti: ma quando l’ho scritto? Com’è accaduto che non me ne sia accorta? Eppure sono parole, angosce, sentimenti miei, li ho vissuti in quel modo preciso. C’era forse un’altra me stessa che mi spiava, o esiste una dimensione dove a una me diversa ma tanto simile accadono le stesse cose? O magari esiste un universo parallelo... e se ne esiste uno, non possono aver ragione quei fisici che ne immaginano infiniti?

Ecco rispuntare dalle pagine quella sera che ero sicura di aver dimenticato, quel momento forse seppellito, e mi rivedo lì a piangere disperata, ma poi, subito a risalire da quella specie di abisso perché ho capito qualcosa di più, perché ogni esperienza mi ha fatta più forte, nuova perfino a me stessa. E in uno degli universi paralleli tutto è andato diversamente, forse benissimo, come io volevo che andasse? No, teniamoci a questo così vero, così umano.

Teniamoci stretti alla storia che è lì come fosse la nostra, ma rivissuta come davanti a un film, che è per tutti e di tutti, anzi di tutte le donne. Però Regina - la protagonista del libro si chiama così, che bel nome - Regina respira col mare, e forse è il Mare che regna, almeno nei suoi pensieri. Ed eccone uno, tra i più suggestivi... “Anche oggi gli confido un dubbio, al Mare. E lui intanto continua il suo flusso spumeggiante. Un giorno raccoglierò i miei desideri più nascosti e li realizzerò tutti sul piatto di quelle onde.”

Quando piange lei piange anche il cielo, anzi grandina, e l’auto sembra associarsi lasciando cadere frammenti di vetro, come per dire “no Regina, non è questa la vita che volevi, non è quella vera”. Trova sempre le parole più vere, le nostre: si sente sola come noi e lo confessa.

Ma poi fa la cosa giusta, comincia a mettere ordine nell’armadio, nella stanza, finché passo passo arriva a riordinare i pensieri, che non sono quelli di una ragazzina svitata, no, perché Regina è cresciuta e si sente invulnerabile. Attenzione, però, non bisogna mai sentirsi invulnerabili: accade che la corazza nuova nuova si apra all’altezza del petto, dove subito vola a ghermirci e poi annidarsi un vigoroso falco predatore. Non regge neppure la bella maglia di metallo splendente che salvava i cavalieri antichi in battaglia, ma che pazzi, la chiamavano ‘cotta’, forse avevano intuito come sarebbe andata a finire.

Noi leggiamo e tremiamo, perché oramai sappiamo che andrà così anche a noi, però forse impareremo da Regina le mosse giuste per difenderci, oppure... oppure la sua storia ci farà da catarsi come le vecchie tragedie, ci proteggerà: sentiremo che lei si è messa davanti a noi, a braccia aperte, a prendere i colpi al posto nostro, liberandoci.

A volte un libro è la nostra salvezza, ci toglie l’ansia, ci acquieta il respiro, ci spiega come dobbiamo affrontare la vita. Regina - anzi Barbara Sarri - l’ha scoperto per noi e ora con le sue parole che potrebbero essere le nostre ci riporta sull’oro azzurro di quel mare che in lei alita come il vento tra gli alberi, tra i capelli, tra le ali di una farfalla.”



Mirella Delfini